“Non siamo macchine pensanti che si emozionano,
ma macchine emotive che pensano”
Antonio Damasio
In questa era di crisi economiche e pandemiche, il marketing sta vivendo una fase di transizione per uscire dai principi assiomatici e ridefinire il proprio ruolo; è soggetto alle mutevoli interpretazioni dei consumatori e, non potendosi definire una “scienza esatta”, riscopre la necessità di essere supportato da dati che abbiano una validità attendibile. In questo contesto, le neuroscienze hanno permesso di studiare i meccanismi di interpretazione del nostro cervello, dandoci delle prime risposte su come prendiamo le nostre decisioni: i nostri comportamenti sono, quindi, guidati da questi meccanismi di interpretazione e il processo esegetico che formuliamo diventa, nel processo decisionale di ciascuno, un’emozione analizzabile con apposite tecniche, generando una mappa del pensiero.
Attraverso lo stimolo distale, dato da ciò che ci circonda, e i vari processi cognitivi di base e psicologici dinamici, che si sviluppano nel nostro sistema nervoso periferico e centrale, pianifichiamo il nostro comportamento, risposta allo stimolo iniziale. Ecco che, sulla scorta di queste considerazioni, riusciamo a comprendere come, a volte, le iniziative di marketing non si traducano necessariamente in un incremento di vendita. Comprendere i comportamenti, per definire prodotti e servizi migliori, diviene imprescindibile in quanto non è la razionalità a guidare le nostre scelte, sicché acquisire informazioni relative all’impatto emotivo generato può solo che servirci ad indirizzare le strategie, misurando l’intensità del percepito.
Ecco che si può agevolmente comprendere come, solo costruendo mappe del pensiero, possiamo giungere alla definizione di “descrittori” comprensibili, pertinenti, precisi, indipendenti e discriminanti.
Percezione, intuizione ed emozione ridefiniscono il senso che diamo ad una scelta ed è coniugando l’analisi sensoriale alla scienza statistica che si definiscono profili descrittivo-semantici in grado di restituirci dati fruibili, sia per impattare sull’innovazione di un processo e/o un prodotto sia per definire le più opportune strategie di marketing.
Definire un corretto profilo sensoriale ci permette di creare engagement, quell’attaccamento emotivo tra consumatore e prodotto o servizio che ad esso vuole essere indirizzato. Il consumatore non vuole solo dei prodotti, cerca esperienze emozionali: interpretarle significa fornire al cliente ciò che, sovente, è un bisogno latente.
“Le persone non pensano ciò che sentono, non dicono ciò che pensano e soprattutto non fanno ciò che dicono”
David Ogilvy
Pietro Aloisio