Il cibo racchiude profondi valori, oltre al nutrimento, trascina con sé numerosi sentimenti ed emozioni. L’affermazione “in cucina ogni minestra si trasforma in amore”, è più che mai veritiera. Durante i pasti si instaurano molteplici relazioni che è difficile stabilire in altri momenti della giornata. Grandi valori come convivialità, condivisione, comunicazione trovano la loro massima esaltazione durante i pasti seduti a tavola. La presentazione della tavola, in modo in cui essa viene apparecchiata, la cura per il dettaglio sono elementi che permettono ai vari commensali di vivere pienamente il momento del pasto. La bellezza si manifesta con forza a tavola e si rileva sotto differenti forme. Quando ci troviamo ad analizzare una precisa esperienza, la presentazione estetica gioca un ruolo determinante nelle nostre valutazioni sensoriali. Riflettiamo in merito a due situazioni opposte, se davanti a noi ci viene presentato un tovagliato prezioso di lino, disposto con cura sopra ad un tavolo tondo sotto ad un albergo, sicuramente la sensazione che avremo sarà quella di serenità e di accoglienza. Al contrario una banale tovaglia in poliestere posizionata senza garbo e con differenti posate, trasmetterà ai commensali la sensazione di trascuratezza e frettolosità. Si parla spesso di mise en place, termine che appare, astratto e banale ma essa è un elemento che gioca un ruolo importante nelle nostre valutazioni esperienziali. La mise en place non è un concetto che si limita alla mera preparazione di una tavola ma ha influssi psicologici e comportamentali sui commensali. I dettagli, come è usuale affermare, fanno la differenza e l’analisi che operiamo in merito ad essi, più o meno consapevolmente, ci permettere di attribuire un determinato grado di piacevolezza all’ esperienza che stiamo vivendo. L’accostamento di colori, i materiali utilizzati, la correttezza formale nell’apparecchiare una tavola, la presenza di un centrotavola raffinato e perfino la percezione olfattiva di un locale sono elementi che racchiudono e costruiscono il concetto di bellezza stesso. Quest’ultimo concetto ha, anche nel caso del cibo, molteplici sfaccettature ed evoluzioni nel tempo. L’estetica del cibo ha dovuto adattarsi e modellarsi seguendo i cambiamenti sociali, comportamentali ed alimentari delle persone. La bellezza a tavola ha numerose forme di manifestazione, dalla mise en place che identifica il target di una cena, dall’abbigliamento consono del personale di un locale, dall’eleganza degli oggetti che ci circondando durante una cena. Nasce così l’espressione “estetica sensoriale”. Quest’ultima è la nostra capacità di valutare la bellezza e di attribuire un determinato grado di piacevolezza, non solo di un bene come il cibo ma bensì di esperienze vere e proprie.
Chiara Gasparini