La battuta d’arresto che ha colpito il mondo intero ha paralizzato ogni singola e più piccola azione portandoci a riflettere attentamente; ora ogni gesto viene calibrato e moderato in modo da evitare conseguenze problematiche. Questo virus ci ha cambiati, resi più fragili e vulnerabili, facendoci credere che tutto nel mondo esterno sia un pericolo. In questi due mesi di blocco totale abbiamo perso anche la nostra sensibilità; intesa come capacità, attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi. Visto, gusto, tatto, olfatto ed udito sono stati assopiti da questo periodo di lockdown. Guanti, mascherine, gel igienizzanti e distanziamento sociale, utili alla non diffusione del virus, hanno annullato la giusta percezione di ciò che ci circonda. È proprio in tale periodo di allentamento delle briglie governative che bisogna prestare più attenzione ed allontanare il torpore che ci ha accompagnato finora. Togliere, metaforicamente, pigiama e pantofole ai nostri sensi e vestirli a festa per celebrare un nuovo inizio. Considerando il lato positivo, pensando a questa ripartenza come una seconda possibilità per cambiare abitudini e stili di vita, per cambiare modo di percepire ed essere percepiti. Ripartire insieme al mondo, capendolo e perché no, anche innamorandosi. Rendiamo una semplice camminata all’aperto, che sia in campagna od al mare, un’uscita con gli amici, davanti ad un caffè, un gelato un’opportunità per “sgranchire” i sensi. Spalanchiamo gli occhi, percepiamo appieno i colori che la natura ci fornisce, la brillantezza e la lucentezza che emanano; sfiorando con un dito le fragili, liscie e rugose foglioline verdeggianti e svolazzanti da una lieve brezza primaverile. Chiniamoci ad ammirare la varietà dei colori degli esuli fiori, a far passare tra le nostre dita i granelli di sabbia dorati e fini. Fermiamoci ad udire il cinguettio degli uccellini, il tubare dei piccioni, il vociferare di chi ci sta accanto lasciandoci avvolgere dal calore del sole primaverile che dolcemente ci pizzica la pelle. Soffermiamoci sui sapori che ci vengono trasmessi; assaporiamo non ingurgitiamo. Esaltiamo la dolcezza, la sapidità o l’acidità dello stesso ripercorrendo all’indietro i più reconditi percorsi neurali, a ricordarci se possa avere lo stesso aroma di prima. Diamo vita ai nostri sensi, rendiamoli complici e portavoci di un’esperienza nuova, quasi mistica che ci rende liberi.
Francesca De Zotti Michielin