“Le persone non comprano prodotti e servizi,
ma relazioni, storie e magia”
(Seth Godin)
Siamo nella fase 2 dell’emergenza pandemica che ha cambiato il nostro modo di percepire ma non lo abbiamo ancora compreso fino in fondo. Come tutte le grandi emergenze e catastrofi ciò che può salvarci ed aiutarci a ripartire è la consapevolezza che tutto è cambiato. Una consapevolezza non gattopardiana, ovviamente, per cui tutto cambia affinché nulla cambi. Oggi il cambiamento deve essere vissuto come una grande opportunità di sviluppo, e non una delle tante circostanze per piangerci addosso. E’ vero, tutto è cambiato. Cambiato il modo di socializzare, di studiare, di lavorare. Cambiate le priorità con la riscoperta dello stare insieme in famiglia, la riscoperta di sentire a casa nostra il profumo del pane che cuoce nel forno, insomma ci siamo svegliati altro. Ed allora cosa fare per immaginare il nostro futuro al netto dei piagnistei, che a volte noi italiani tanto amiamo per dare sempre la colpa ad altro ed altri. Ho visto in questi giorni ristoratori infuriati per le nuove regole, che ritengono penalizzanti per la loro attività, ed ho visto altri esercenti che in silenzio hanno modificato il lay out dei loro locali. Mi sono chiesto chi dei due avesse ragione. La risposta l’ho data, immedesimandomi in un consumatore, ed allora il ristoratore che ha modificato il proprio locale, pur perdendo dei posti a sedere, mi garantisce una maggiore sicurezza e quindi lo premio andando a consumare pur di non stare in locali stretti ed angusti dove la probabilità di essere contagiati è molto più probabile. Altri ristoratori mi hanno detto che i loro clienti vogliono il servizio a cui da sempre erano abituati. Questa frase rispecchia il deficit da Marketing che i nostri amici ristoratori hanno. Rispecchia la visione novecentesca del dare al cliente ciò che vuole mentre è diventato imprescindibile immaginare ciò che il cliente vorrà. Henry Ford, agli albori dell’industria dell’auto, disse “Se avessi chiesto ai clienti che cosa volevano, mi avrebbero risposto: ‘Un cavallo più veloce!’”. Il consumatore non lo sa quello che vuole, se si riuscirà a farglielo capire sarà soddisfatto e si attiverà un passa parola con benefici per la propria attività. Questo sarà valido per tutte le attività legate al turismo, dalle spiagge ai piccoli borghi, dalle città d’arte ai musei ma anche alle grandi manifestazioni. Sarebbe sbagliato non fare grandi eventi come la Barcolana a Trieste o Pordenone Legge, il Palio di Siena o il Carnevale di Venezia. Oggi è impensabile riuscire nell’impresa ma nulla è impossibile se ripensiamo a cosa fare ma diversamente. Sarebbero costi enormi non rivedere il modo di concepire delle attività che sono storia del nostro modo di fare Cultura ed Economia.
Io so che nessuno può davvero fermarmi se non me stesso e che nessuno può davvero aiutarmi se non me stesso (Peter Nivio Zarlenga)
Pietro Aloisio